Giornata Mondiale della Tubercolosi 2021

English translation

Anche quest’anno la Giornata Mondiale per la lotta alla Tubercolosi promossa dalla Organizzazione Modiale della Sanità (OMS/WHO), dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC) e da StopTBPartnership è necessariamente segnata e collegata – come molte altre condizioni morbose o condizioni predisponenti alle patologie – alla diffusione della pandemia di SARS-CoV-2 che ha colpito e sta colpendo numerosissime persone in Italia (con 3.400.877 casi e 105.328 decessi al 23 marzo 2021) e nel mondo (con 123.419.065 casi confermati e 2.719.163 morti complessive al 23 marzo 2021).[1] L’OMS ha predisposto una pagina web specifica per affrontare assieme le due problematiche. Oltre a ciò la OMS ha pubblicato il 15 dicembre 2020 l’ultima nota informativa reltiva alla assistenza dei pazienti affetti da tubercolosi e la protezione degli operatori sanitari in tempo di pandemia da COVID-19.[2]

Secondo l’ultimo report  annuale realizzato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità il numero di nuovi casi di tubercolosi  (TBC) a livello mondiale nel 2019 è stato di circa 10 milioni (intervallo, 8,9–11,0 milioni) distribuiti per il 56% tra gli uomini, per il 32% tra le donne e per il 12% in bambini di età inferiore ai 15 anni. 

La localizzazione geografica dei nuovi casi è stata per il 44% nella regione OMS del Sud-Est Asiatico, per il 25% in Africa, per il 18% nel Pacifico occidentale, per l’8,2% nel Mediterraneo orientale, per il 2,9% nelle Americhe e per il 2,5% in Europa.

In 8 paesi si sono verificati i due terzi dei nuovi casi totali: in India il 26%, in Indonesia l’8,5%, in Cina l’8,4%, nelle Filippine il 6,0%, in Pakistan il 5,7%, in Nigeria il 4,4%, in Bangladesh  il 3,6% e in Sud Africa il 3,6%. 

In generale, il tasso d’incidenza annuale della tubercolosi a livello nazionale è oscillato da meno di 5 a più di 500 casi (tra nuovi e riattivazioni) per 100.000 abitanti. In Italia il tasso annuale di incidenza tubercolare nel 2019 è stato di 7,1 casi per 100.000 abitanti (intervallo, 6,1-8,2 per 100.000) per un totale di 3.185 diagnosi.

A livello mondiale il numero di morti tra le persone non affette da HIV è stato di 1,2 milioni (intervallo, 1,1– 1,3  milioni); le vittime tra coloro che erano affetti da HIV sono state di 208.000 (intervallo, 177.000–242.000).[3]

La recente pandemia di COVID-19 ha sollevato alcune problematiche nella gestione della lotta alla tubercolosi e ha prospettato alcune opportunità per il futuro.  

In diversi paesi (India, Indonesia, Filippine e Sud Africa), tra gennaio e giugno 2020, si è registrato un sostanziale decremento (del 25-30%) nel numero delle diagnosi di TBC in confronto allo stesso periodo del 2019. L’impatto economico della pandemia da SARS-CoV-2 ha colpito due riconosciuti fattori concausali per la diffusione della tubercolosi, ossia, la malnutrizione ed il Prodotto Interno Lordo pro capite. Oltre a ciò, si è verificata un trasferimento delle risorse umane, finanziarie, strutturali e tecnologiche dalla lotta alla tubercolosi verso programmi di contrasto al COVID-19. [1] Anche per queste ragioni, la pandemia ha colpito più pesantemente le classi più povere (che già di per sé erano a maggior rischio di contrarre la tubercolosi).[4

C’è da tenere conto anche che in alcuni paesi il differimento delle risorse è stato tamponato mediante l’uso della tecnologia digitale per fornire servizi a distanza ai pazienti e mediante la somministrazione del trattamento farmacologico anti-tubercolare a domicilio. [3]

La COVID-19 ha avuto un impatto anche tra coloro che hanno mantenuto la propria occupazione, infatti, in Italia la proporzione di nuovi casi registrati per contatti sul luogo di lavoro è stata del 19,4%.[5] In letteratura sono stati riportati cluster di casi in diversi settori lavorativi come, ad esempio, quello della macellazione e della processazione delle carni [6], quello minerario (del carbone, del platino, dell’oro, etc.).[7] In quest’ultimo ambito si ha la coesistenza anche di altri fattori di rischio per le vie respiratorie: quello silicotigeno e quello tubercolare. In alcuni paesi ad elevata endemia di TB e di HIV l’ambiente minerario costituisce un terreno privilegiato per la diffusione della COVID-19 grazie anche alla coesistenza di condizioni socio-economiche svantaggiate e l’esposizione a polveri in ambiente sotterraneo. La coesistenza della patologia tubercolare e dell’infezione da SARS-CoV-2 sembra peggiorare la prognosi delle persone affette.[7]

Il settore lavorativo che più di ogni altro è stato colpito è quello dell’assistenza sanitaria.[5,8] Alla fine del 2020 il numero di operatori sanitari positivi al virus SARS-CoV-2  era di 91.270 (con 188 vittime) su un totale di 2.049.934 casi nella popolazione nazionale (una percentuale del  4,45% tra tutti i positivi).[9] I lavoratori dediti all’assistenza sanitaria sono anche quelli che sono impegnati in prima linea nella lotta alla tubercolosi.  

La lotta al SARS-CoV-2 potrebbe integrarsi con la lotta contro il micobatterio tubercolare offrendo la possibilità di anamnesi mirata a pazienti  con sintomatologia respiratoria  e l’opportunità di fornire una diagnosi contestuale e congiunta per entrambi i patogeni (soprattutto in aree ad elevata endemia tubercolare). Le  strutture o i servizi sanitari adibiti a queste operazioni dovrebbero garantire  la maggiore protezione e sicurezza possibile per tutto il personale sanitario a contatto con pazienti potenzialmente positivi.[2,10]

La pandemia da COVID-19 ha dimostrato che la volontà politica, la disponibilità finanziaria, l’evoluzione tecnologica e le azioni comunicative adeguate possono agire rapidamente ed efficacemente nel contrastare la diffusione di una patologia infettiva a carattere insidioso. Tale approccio potrebbe e dovrebbe essere applicato anche nella lotta alla tubercolosi.[4,10]

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  1. WHO Coronavirus (COVID-19) Dashboard – covid19.who.int/ (23/03/2021)
  2. WHO Information Note – Tuberculosis and COVID-19. 15th December 2020. COVID-19: Considerations for tuberculosis (TB) care. www.who.int/docs/default-source/hq-tuberculosis/covid-19-tb-clinical-management-info-note-dec-update-2020.pdf?sfvrsn=554b68a7_0 (23/03/2021)
  3. Global tuberculosis report 2020 [Internet]. Geneva, World Health Organization; 2020. Available from: www.who.int/tb/publications/global_report/en/ (22/03/2021)
  4. Oga-Omenka C, Tseja-Akinrin A, Boffa J, Heitkamp P, Pai M, Zarowsky C. Commentary: Lessons from the COVID-19 global health response to inform TB case finding [published online ahead of print, 2020 Oct 22]. Healthc (Amst). 2020;9(2):100487. doi:10.1016/j.hjdsi.2020.100487.[link]
  5. Marinaccio A, Boccuni F, Rondinone BM, Brusco A, D’Amario S, Iavicoli S. Occupational factors in the COVID-19 pandemic in Italy: compensation claims applications support establishing an occupational surveillance system. Occup Environ Med. 2020 Dec;77(12):818-821. doi: 10.1136/oemed-2020-106844. Epub 2020 Sep 23. PMID: 32967988; PMCID: PMC7677459.[link]
  6. Waltenburg MA, Victoroff T, Rose CE, et al. Update: COVID-19 Among Workers in Meat and Poultry Processing Facilities ― United States, April–May 2020. MMWR Morb Mortal Wkly Rep 2020;69:887-892. DOI: http://dx.doi.org/10.15585/mmwr.mm6927e2.
  7. Naidoo RN, Jeebhay MF. COVID-19: a new burden of respiratory disease among South African miners? Curr Opin Pulm Med. 2021 Mar 1;27(2):79-87. doi: 10.1097/MCP.0000000000000759. PMID: 33417344; PMCID: PMC7924928.[link
  8. Burdorf A, Porru F, Rugulies R. The COVID-19 (Coronavirus) pandemic: consequences for occupational health. Scand J Work Environ Health. 2020 May1;46(3):229-230. doi: 10.5271/sjweh.3893. PMID: 32356896.[link]
  9. Istituto Superiore di Sanità – Bollettino-sorveglianza-integrata-COVID-19_29-dicembre-2020 – 28/02/2021.[link]  
  10. van der Walt M, Keddy KH. How COVID-19 can instruct TB research: ensuring the safety of researchers exposed to infectious disease. Int J Tuberc Lung Dis. 2020 Sep 1;24(9):978-980. doi: 10.5588/ijtld.20.0454. PMID: 33156770.[link]

WORLD TB DAY 2021: THE CLOCK IS TICKING – Join the 2021 Campaign!

Lucio Fellone (lucio.fellone@gmail.com

I nostri link alle precedenti: Giornate Mondiali della Tubercolosi.

Aggiornato al 23/03/2021


Giornata Mondiale della Tubercolosi 2020

English translation

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Quest’anno la Giornata Mondiale per la lotta alla Tubercolosi è necessariamente segnata anche dai recenti drammatici eventi legati alla pandemia [1] causata da una nuova malattia infettiva aero-trasmissibile, la COVID-19, causata dal coronavirus Sars-Cov-2 che ha colpito e sta colpendo numerosissime persone in Italia (con 59.138 casi e 5.476 decessi al 23 marzo 2020) e nel mondo (con 332.930 casi confermati e 14.510 morti complessive al 23 marzo 2020) [2]. Numerosi sono i documenti e le guide a carattere tecnico ed informativo messi a disposizione dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS / WHO).

Elevato è l’impegno e altissimo il prezzo pagato dagli operatori sanitari esposti in termini di contagio (più di 5.000 casi in Italia) e di vite umane, spesso e per diverse diverse ragioni, per lo scarso rispetto di norme di prevenzione e controllo delle infezioni .[3,4,5,6,7, 8, 9, 10]

Prevenire la malattia COVID-19 è possibile rispettando molti dei princìpi adottati per la prevenzione della tubercolosi; ugualmente anche per combatterla efficacemente sarà importante apprendere dalle lezioni e dagli errori susseguitisi nella lotta contro la tubercolosi. A questo proposito la OMS ha pubblicato il 20 marzo 2020 una nota informativa rivolta alle strutture assistenziali con alcuni utili suggerimenti  per la cura dei pazienti affetti da tubercolosi nell’ottica della attuale pandemia di COVID-19 (WHO Information Note – Tuberculosis and COVID-19. 20th March 2020. COVID-19: Considerations for tuberculosis (TB) care services).

 

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Anche quest’anno il 24 marzo si celebra la Giornata Mondiale per la lotta alla Tubercolosi 2020 organizzata dalla Stop TB Partnership e supportata dalla World Health Organization (WHO) e dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC).

Tutti i materiali relativi alla campagna di quest’anno sono disponibili agli indirizzi web: www.who.int/news-room/campaigns/world-tb-day/world-tb-day-2020/campaign-materials; www.stoptb.org/events/world_tb_day/2020/materials.asp.

Come si evince dal sito ufficiale della WHO

“Ogni anno, celebriamo il 24 marzo la Giornata Mondiale della Tubercolosi (TB) per incrementare sia la pubblica consapevolezza delle conseguenze sanitarie, sociali ed economiche devastanti causate dalla tubercolosi e sia gli sforzi per porre fine all’epidemia a livello globale. La data ricorda il  giorno in cui nel 1882 il Dr. Robert Koch annunciò la scoperta del batterio che causava la tubercolosi e aprì la strada verso la diagnosi e la cura della malattia. 
Tuttora la TB resta la più mortale tra le malattie infettive. Ogni giorno circa 4.000 persone muoiono a causa della tubercolosi e circa 30.000 si ammalano di questa patologia prevenibile e curabile. A partire dal 2000 gli sforzi globali per combattere la tubercolosi hanno salvato circa 58 milioni di persone. Per accelerare la risposta alla malattia in ciascun paese e per il raggiungimento degli obiettivi molti capi di stato si sono riuniti e hanno assicurato uno strenuo impegno per porre fine alla tubercolosi in occasione del primo Meeting di Alto-Livello delle Nazioni Unite (UN) sulla TB tenutosi presso il quartier generale delle Nazioni Unite il 26 settembre 2018.

Con il motto – ‘E’ il momento‘ (‘It’s time’) – si vuole porre l’attenzione sulla urgente necessità di accelerare la risposta contro la tubercolosi per salvare vite e alleviare sofferenze, partendo proprio dal forte impegno sottoscritto nel 2018 dai capi di stato in occasione del Meeting di Alto Livello delle Nazioni Unite sulla tubercolosi.

Traducendo liberamente in italiano estratti dal Riepilogo Generale (Executive Summary- Global tuberculosis report 2019) relativo al Global TB Report 2019 della WHO si ottiene quanto segue.

gtbr19_cover_200px RIEPILOGO GENERALE

[…]

Ultimi dati in merito alla diffusione epidemiologica della TB

A livello mondiale, si stima che 10,0 milioni persone (con un range di 9,0-11,1 milioni)[11] si siano ammalate di tubercolosi nel 2018, un numero che si è mantenuto sostanzialmente stabile negli ultimi anni. Il peso della malattia varia enormemente tra i vari paesi, da meno di 5 a più 500 nuovi casi per 100.000 abitanti all’anno, con una media mondiale pari a 130 nuovi casi. Nel 2018 si sono verificate 1,2 milioni di morti (in un range di 1,1-1,3 milioni) tra le persone non affette da HIV (una riduzione del 27% rispetto alle 1,7 milioni di vittime del 2000) e 251.000 decessi [12] tra coloro che erano HIV-positivi (una riduzione del 60% rispetto alle 620.000 vittime nel 2000).La tubercolosi colpisce persone di entrambi i sessi e di tutte le età; nel 2018 si è avuta una percentuale maggiore di casi tra uomini (dai 15 anni in su di età) pari al 57% del totale. Le donne colpite hanno costituito il 32% del totale e i bambini (al di sotto dei 15 anni di età) l’11%. Tra tutti i casi di tubercolosi, l’8,6% ha colpito soggetti affetti da HIV. A livello geografico la maggior parte dei casi di tubercolosi si sono verificati nelle regioni della OMS del Sud-Est Asiatico (44%), dell’Africa (24%) e del Pacifico Occidentale (18%) con percentuali minori nel Mediterraneo Orientale (8%), nelle Americhe (3%) e in Europa (3%). I 2/3 dei casi globali si sono verificati in 8 paesi: India (27%), Cina (9%), Indonesia (8%), Filippine (6%), Pakistan (6%), Nigeria (4%), Bangladesh (4%) e Sud Africa (3%). Queste nazioni assieme ad altre 22 costituiscono l’elenco della OMS dei 30 paesi a più alta presenza di tubercolosi con l’87% dei casi mondiali.[13] La tubercolosi farmaco-resistente continua a costituire una minaccia per la salute pubblica. Nel 2018 si sono avuti circa mezzo milione di nuovi casi [14] di malattia rifampicino-resistente (il 78% dei quali presentava anche una multifarmaco-resistenza). [15] I 3 paesi che hanno presentato la maggiore quantità di questi casi sono stati l’India (27%), la Cina (14%) e la Federazione Russa (9%). Nel mondo, il 3,4% dei nuovi casi di tubercolosi e il 18% dei casi già precedentemente trattati farmacologicamente presentano una malattia multifarmaco-resistente o rifampicino-resistente (MDR/ RR-TB) con una proporzione maggiore (superiore al 50% per questa tipologia di casi) in paesi dell’ex-Unione Sovietica.

Avanzamento verso gli obietti stabiliti della End TB Strategy per il 2020 

Al momento, molte delle regioni della OMS e molti paesi ad elevata endemia tubercolare non sono ancora sulla strada per raggiungere gli obiettivi stabiliti per il 2020 della End TB Strategy. A livello globale il decremento medio del tasso di incidenza tubercolare è stato dell’1,6% all’anno nel periodo 2000-2018 (del 2,0% tra il 2017 e il 2018). Il decremento cumulativo tra il 2015 e il 2018 è stato solo del 6,3%, notevolmente inferiore rispetto all’obiettivo posto dalla End TB Strategy di una riduzione pari al 20% tra il 2015 e il 2018. Nel mondo la riduzione delle morti complessive da tubercolosi [16] tra il 2015 e il 2018 è stata dell’11% anch’essa pari a meno di 1/3 rispetto all’obiettivo della End TB Strategy di una riduzione del 35% delle vittime totali entro il 2020. Le buone notizie sono che la Regione Europea della OMS è in procinto di raggiungere gli obiettivi in termini di riduzione dei contagi e delle morti, tra il 2015 e il 2018 il tasso di incidenza è diminuito del 15% e quello delle vittime del 24%. Entrambi gli indici sono diminuiti anche nella Regione Africana (rispettivamente del 4,1% e del 5,6% all’anno) con una riduzione cumulativa del 12% per l’incidenza tubercolare e del 16% per le morti tra il 2015 e il 2018. Sulla strada di raggiungere gli obiettivi per il 2020 ci sono anche 7 paesi ad elevata endemia della malattia: Kenya, Lesotho, Myanmar, Federazione Russa, Sud Africa, la Repubblica Unita della Tanzania e lo Zimbabwe. Dal 2016 al 2019, 14 paesi (compresi 7 paesi ad elevata endemia tubercolare) hanno completato un’indagine condotta a partire dalle strutture e servizi presenti a livello nazionale per quantificare i costi sostenuti dai malati e dai loro familiari. Le stime percentuali di coloro che hanno dovuto fronteggiare spese ritenute catastrofiche sono andate dal 27% all’83% per tutte le forme di tubercolosi e dal 67% al 100% per le forme di malattia multifarmaco-resistenti.  I risultati di queste indagini suggeriscono approcci di finanziamento, di distribuzione delle prestazioni sanitarie e di protezione sociale volti a ridurre questi costi. Sono 37 le ulteriori indagini in corso di svolgimento o in pianificazione per il 2019-2020. […]

Conclusioni

I leader di tutti gli stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati a “porre fine alla epidemia mondiale della tubercolosi” entro il 2030 sulla base di traguardi e obiettivi concreti. Dei passi avanti sono stati fatti: gli indicatori globali di riduzione dei casi e delle morti tubercolari, un maggiore accesso alla prevenzione e al trattamento della malattia e un maggiore supporto finanziario stanno andando nella giusta direzione. Una regione della OMS e 7 paesi ad elevata endemia sono sulla strada del raggiungimento degli obiettivi per il 2020 in termini di riduzione di casi e di morti per tubercolosi. Tuttavia, la progressione a livello mondiale e in molte regioni e nazioni non è ancora abbastanza rapida. Nei prossimi 3 anni il finanziamento annuale per la prevenzione e i trattamento della malattia e per la ricerca devono essere pressappoco duplicati, l’accesso alla cura e a trattamenti preventivi devono essere incrementati, le considerevoli spese sostenute dai pazienti e dai loro familiari devono essere ridotte e deve essere intensificata l’azione di tipo multi-settoriale sui principali determinanti dell’epidemia tubercolare.  Il rapporto, elaborato in collaborazione con la OMS, che verrà presentato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite all’Assemblea Generale nel 2020 costituirà la prossima occasione per verificare l’avanzamento verso i traguardi e gli obiettivi condivisi per sconfiggere la tubercolosi.

[“Translated into Italian by Lucio Fellone (lucio.fellone@gmail.com) for Updating Medicina del Lavoro from WHO – Tuberculosis (TB) – Executive Summary – Global tuberculosis report 2019. WHO is not responsible for the content or accuracy of this translation. In the event of any inconsistency between the English and the insert language translation, the original English version shall be the binding and authentic version.”]

Bibliografia e note:

  1. WHO Director-General’s opening remarks at the media briefing on COVID-19 – 11 March 2020. WHO official website (visited 03/23/2020)
  2. Situation report – 63 Coronavirus disease 2019 (COVID-19) – 23 March 2020. WHO official website (visited 03/23/2020)
  3. Infection prevention and control during health care when novel coronavirus (nCoV) infection is suspected – Interim guidance 19 March 2020. WHO official website (visited 03/23/2020)
  4. Prevenzione e controllo delle infezioni nelle attività di assistenza sanitaria verso pazienti con sospetta infezione da nuovo coronavirus (nCoV) – guida provvisoria al 25 gennaio 2020. Updating medicina del lavoro 2020.
  5. CORONAVIRUS DISEASE (COVID-19) OUTBREAK: RIGHTS, ROLES AND RESPONSIBILITIES OF HEALTH WORKERS, INCLUDING KEY CONSIDERATIONS FOR OCCUPATIONAL SAFETY AND HEALTH14 febbraio 2020.WHO official website (visited 03/23/2020).
  6. FOCOLAIO EPIDEMICO DI MALATTIA DA CORONAVIRUS (COVID-19): diritti, compiti e responsabilità degli operatori sanitari con incluse considerazioni essenziali per la salute e la sicurezza occupazionale. Updating medicina del lavoro 2020.
  7. Advice on the use of masks in the community, during home care and in healthcare settings in the context of the novel coronavirus (COVID-19) outbreak – 19 March 2020. WHO official website (visited 03/23/2020).
  8. Covid-19 – Raccomandazioni per gli operatori sanitari. Ministero della Salute italiano (visited 03/23/2020).
  9. SARS-CoV-2: Rapporti tecnici IPC. EpiCentro – L’epidemiologia per la sanità pubblica – Istituto Superiore di Sanità (visited 03/23/2020).
  10. Sorveglianza Integrata COVID-19 in Italia (Ordinanza n. 640 del 27/02/2020). AGGIORNAMENTO 23 marzo 2020. EpiCentro – L’epidemiologia per la sanità pubblica – Istituto Superiore di Sanità (visited 03/23/2020).
  11. Per “range” si intende il 95% di intervallo di incertezza.
  12. Quando una persona HIV-positiva muore per infezione tubercolare, la codifica della causa del decesso viene assegnata all’HIV secondo il Sistema Internazionale di Classificazione delle Malattie.
  13. Gli altri 22 paesi sono: Angola, Brasile, Cambogia, Repubblica Centro Africana, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Popolo di Corea, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Kenya, Lesotho, Liberia, Mozambico, Myanmar, Namibia, Papua Nuova Guinea, Federazione Russa, Sierra Leone, Thailandia, Repubblica Unita di Tanzania, Vietnam, Zambia e Zimbabwe.
  14. Il 95% di intervallo di incertezza è compreso tra 420.000–560.000.
  15. Definita come resistenza alla rifampicina e all’isoniazide. 
  16. Includendo le morti per tubercolosi sia tra gli HIV-negativi che tra gli HIV-positivi.

Dati tratti dal sito web della WHO del 2018 mostrano che in Italia la mortalità per tubercolosi (tra i non affetti da HIV) è stata di 0,56 (0,55–0,57) ogni 100.000 persone; l’incidenza generale della TB nella popolazione è stata di 7 (6-8,1) casi per 100.000 abitanti. Tali riscontri sono in lieve incremento rispetto al 2017. Questi ed ulteriori dati sono disponibili nella banca dati alla pagina: Tuberculosis country profiles.

WORLD TB DAY 2019: UNITE TO END TB – Join the 2020 Campaign!

Lucio Fellone (lucio.fellone@gmail.com

I nostri link alle precedenti: Giornate Mondiali della Tubercolosi.

Aggiornato al 24/03/2020


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