UMdL partecipa alla Giornata mondiale per la lotta all’epatite virale “TROVIAMO LE MILIONI DI PERSONE CHE VENGONO PERSE” del 28 luglio organizzata dalla World Hepatitis Alliance, NOhep e sostenuta dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) e dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
Il tema principale della Giornata è “L’EPATITE NON PUO’ ASPETTARE” anche quest’anno in linea con quanto previsto dall’Obiettivo 3 al punto 3.3 (“entro il 2030, porre fine alle epidemie di AIDS, tubercolosi, malaria e malattie tropicali neglette e combattere l’epatite, le malattie trasmesse attraverso l’acqua e altre malattie trasmissibili”) degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per l’anno 2030 promossi dalle Nazioni Unite.
Dal sito ufficiale della WHO si evince che l’epatite B e l’epatite C provocano 1,1 milioni di morti e 3 milioni di nuove infezioni ogni anno.

Da una libera traduzione dalle Conclusioni presenti nel documento di consenso su “Vaccini per prevenire l’infezione da COVID-19 in pazienti affetti da patologie epatiche” (v2.0 del 16 marzo 2021) della American Association for the Study of Liver Diseases:
“A partire dalla identificazione del genoma del virus SARS-CoV-2 avvenuta nel gennaio 2020 sono stati raggiunti notevoli progressi nello sviluppo di 2 vaccini a mRNA per la COVID-19 i quali si sono dimostrati molto efficaci e, in generale, sicuri. Attualmente la CDC raccomanda che tutti gli adulti oltre i 18 anni di età ricevano le 2 dosi di vaccino, in accordo a quanto suggerito dalle aziende produttrici, al fine di prevenire una futura infezione da COVID-19. Non viene, invece, raccomandata una valutazione sierologica pre e post-vaccino data l’assenza di studi relativi alla sua importanza sulla storia naturale della malattia. A causa del loro meccanismo d’azione, entrambi i vaccini a mRNA per la COVID-19, sono raccomandati per tutti i pazienti con malattie epatiche croniche (compensate e scompensate) e per i soggetti immunosoppressi che hanno ricevuto un trapianto d’organo. La AASLD consiglia che i vari fornitori di servizi sanitari, sulla base di politiche sanitarie locali, protocolli e sulla base della disponibilità dei vaccini, diano priorità alla vaccinazione per COVID-19 ai pazienti affetti da cirrosi compensata o scompensata o affetti da epatocarcinoma, ai pazienti in terapia immunosoppressiva sia trapiantati che donatori vivi di fegato.
L’impatto dal punto di vista clinico delle varianti virali di SARS-CoV-2 rappresenta un’area di interesse in rapida evoluzione tuttavia, finché non saranno disponibili ulteriori studi, la vaccinazione per COVID-19 non dovrebbe essere negata o posticipata a nessun paziente per preoccupazioni legate a questioni di sicurezza o di efficacia. A tutti coloro che riceveranno il vaccino contro la COVID-19 viene raccomandato di continuare il distanziamento sociale, di indossare facciali filtranti o mascherine, di lavare frequentemente le mani e di perpetrare altri comportamenti che possano attenuare una possibile esposizione al virus. Questo documento sarà aggiornato non appena saranno disponibili ulteriori dati.“
UMdL è inserita nell’elenco delle organizzazioni che supportano la Campagna per il WHD 2020 (a questo link).
Tre anni fa la WHO ha pubblicato le ultime Linee guida per la cura e il trattamento delle persone affette da infezione cronica da virus dell’epatite C.
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Dati epidemiologici europei sono disponibili sul sito dell’European Centre for Disease Prevention and Control nel Surveillance Atlas of Infectious Diseases, come riportato sul sito i casi di epatite B
“Nel 2019, 30 stati membri della EU/EEA hanno segnalato 29.996 casi di infezione da epatite B (HBV). Escludendo i 5 paesi che hanno riportato solo i casi acuti di malattia, il numero complessivo è di 29.518 che corrisponde ad un tasso grezzo di 7,4 casi per 100.000 persone. Tra tutti i casi, il 6% dei segnalati erano acuti, il 48% cronici, il 38% “sconosciuti” ed il 7% non classificati. Il maggiore tasso di infezione acuta è stato riscontrato nella fascia di età compresa tra i 35 e i 44 anni; il più alto, tra coloro che erano affetti da epatite cronica, è stato riscontrato tra le persone di età compresa tra i 25 e i 34 anni. Il rapporto complessivo uomo-donna era di 1,5 a 1. Il tasso relativo alle infezioni acute è continuato a diminuire nell’arco degli ultimi anni, in accordo con le tendenze mondiali grazie probabilmente all’effetto dovuto ai programmi vaccinali nazionali. Tra i casi segnalati come acuti che possedevano le idonee informazioni, la trasmissione in rapporti di tipo eterosessuale (27%) era quella più comunemente riportata, seguita dalla trasmissione in ambito ospedaliero (17%) e dalla trasmissione omosessuale (13%). Tra i casi di malattia cronica, la trasmissione dalla madre al neonato e quella in ambito ospedaliero sono state le più comuni vie riportate (rispettivamente per il 36% e il 20%). La prevenzione e i programmi di controllo della malattia necessitano di un ulteriore incremento se i paesi europei vogliono raggiungere l’obbiettivo di eliminare l’epatite B. I dati di sorveglianza sanitaria sono essenziali per monitorare la situazione epidemiologica e c’è la necessità di incrementarne la qualità.” Dati provenienti dalla stessa fonte indicano che i nuovi casi di epatite B notificati in Italia nel 2019 sono stati 341 pari a 0,6 per 100.000 abitanti.” (1)
Per quanto riguarda l’epatite C
“Nel 2019 i casi segnalati di epatite C in 29 stati membri della EU/EEA sono stati 37.733. Escludendo i paesi che hanno riportato solo i casi acuti di malattia, il numero complessivo è di 37.660 che corrisponde ad un tasso grezzo di 8,9 casi per 100.000 persone. Dei casi riportati il 6% è stato classificato come infezione acuta, il 22% come cronica e il 69% come sconosciuta. L’epatite C è stata riscontrata più comunemente tra gli uomini rispetto alle donne con un rapporto 2,1 a 1. Il gruppo di età maggiormente colpito sia tra gli uomini che tra le donne è stato quello compreso tra i 25 e 34 anni. Le modalità di trasmissione sono state inserite solo nel 21% dei casi. La via più comune di infezione è stata attraverso l’uso di droghe in forma iniettiva (nel 45% dei casi che presentavano questo tipo di informazioni). L’interpretazione dei dati di notifica di epatite C risente di alcune criticità esistenti tra i vari paesi con il permanere di differenze nel sistema di sorveglianza e di problematiche nella definizione univoca di caso di malattia acuta o cronica. Essendo l’epatite C una patologia il più delle volte asintomatica fino alle sue fasi terminali, la sorveglianza basata sulla notifica dei casi appare fondamentale per cui i risultati forniti riflettono più che altro la numerosità delle pratiche diagnostiche effettuate che la reale diffusione della malattia.” Dati provenienti dalla stessa fonte indicano che i nuovi casi di epatite C notificati in Italia nel 2019 sono stati 188 pari a 0,3 casi ogni 100.000 abitanti (in lieve aumento rispetto ai casi dell’anno precedente).(2)
Una revisione della letteratura effettuata recentemente ha evidenziato come la prevalenza dell’HBV. HCV tra gli operatori sanitari appare sovrapponibile a quella della popolazione generale dei rispettivi paesi in esame. Tuttavia, il rischio di trasmissione occupazionale per i sanitari e la trasmissione a pazienti in occasione di procedure invasive o dopo contatto a rischio con emoderivati o liquidi biologici rappresenta tuttora una eventualità possibile. Risulta necessario promuovere la ricerca di casi di epatite in forma misconosciuta. (3)
Bibliografia
[1] European Centre for Disease Prevention and Control. Hepatitis B. In: ECDC. Annual epidemiological report for
2019. Stockholm: ECDC; 2021. https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/hepatitis-b-annual-epidemiological-report-2019.pdf
[2] European Centre for Disease Prevention and Control. Hepatitis C. In: ECDC. Annual epidemiological report for 2019. Stockholm: ECDC; 2021. https://www.ecdc.europa.eu/en/publications-data/hepatitis-c-annual-epidemiological-report-2019.pdf
[3] Tavoschi L, Mason L, Petriti U, Bunge E, Veldhuijzen I, Duffell E. Hepatitis B and C among healthcare workers and patient groups at increased risk of iatrogenic transmission in the European Union/European Economic Area. J Hosp Infect. 2019;102(4):359-368. doi:10.1016/j.jhin.2019.03.004
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Lucio Fellone (lucio.fellone@gmail.com)
Link alle precedenti Giornate Mondiali contro l’epatite virale
Aggiornato al 28/07/2021
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