Quest’anno la Giornata Mondiale per la lotta alla Tubercolosi è necessariamente segnata anche dai recenti drammatici eventi legati alla pandemia [1] causata da una nuova malattia infettiva aero-trasmissibile, la COVID-19, causata dal coronavirus Sars-Cov-2 che ha colpito e sta colpendo numerosissime persone in Italia (con 59.138 casi e 5.476 decessi al 23 marzo 2020) e nel mondo (con 332.930 casi confermati e 14.510 morti complessive al 23 marzo 2020) [2]. Numerosi sono i documenti e le guide a carattere tecnico ed informativo messi a disposizione dalla Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS / WHO).
Elevato è l’impegno e altissimo il prezzo pagato dagli operatori sanitari esposti in termini di contagio (più di 5.000 casi in Italia) e di vite umane, spesso e per diverse diverse ragioni, per lo scarso rispetto di norme di prevenzione e controllo delle infezioni .[3,4,5,6,7, 8, 9, 10]
Prevenire la malattia COVID-19 è possibile rispettando molti dei princìpi adottati per la prevenzione della tubercolosi; ugualmente anche per combatterla efficacemente sarà importante apprendere dalle lezioni e dagli errori susseguitisi nella lotta contro la tubercolosi. A questo proposito la OMS ha pubblicato il 20 marzo 2020 una nota informativa rivolta alle strutture assistenziali con alcuni utili suggerimenti per la cura dei pazienti affetti da tubercolosi nell’ottica della attuale pandemia di COVID-19 (WHO Information Note – Tuberculosis and COVID-19. 20th March 2020. COVID-19: Considerations for tuberculosis (TB) care services).
Anche quest’anno il 24 marzo si celebra la Giornata Mondiale per la lotta alla Tubercolosi 2020 organizzata dalla Stop TB Partnership e supportata dalla World Health Organization (WHO) e dal Centers for Disease Control and Prevention (CDC).
Tutti i materiali relativi alla campagna di quest’anno sono disponibili agli indirizzi web: www.who.int/news-room/campaigns/world-tb-day/world-tb-day-2020/campaign-materials; www.stoptb.org/events/world_tb_day/2020/materials.asp.
Come si evince dal sito ufficiale della WHO:
“Ogni anno, celebriamo il 24 marzo la Giornata Mondiale della Tubercolosi (TB) per incrementare sia la pubblica consapevolezza delle conseguenze sanitarie, sociali ed economiche devastanti causate dalla tubercolosi e sia gli sforzi per porre fine all’epidemia a livello globale. La data ricorda il giorno in cui nel 1882 il Dr. Robert Koch annunciò la scoperta del batterio che causava la tubercolosi e aprì la strada verso la diagnosi e la cura della malattia.
Tuttora la TB resta la più mortale tra le malattie infettive. Ogni giorno circa 4.000 persone muoiono a causa della tubercolosi e circa 30.000 si ammalano di questa patologia prevenibile e curabile. A partire dal 2000 gli sforzi globali per combattere la tubercolosi hanno salvato circa 58 milioni di persone. Per accelerare la risposta alla malattia in ciascun paese e per il raggiungimento degli obiettivi molti capi di stato si sono riuniti e hanno assicurato uno strenuo impegno per porre fine alla tubercolosi in occasione del primo Meeting di Alto-Livello delle Nazioni Unite (UN) sulla TB tenutosi presso il quartier generale delle Nazioni Unite il 26 settembre 2018.
Con il motto – ‘E’ il momento‘ (‘It’s time’) – si vuole porre l’attenzione sulla urgente necessità di accelerare la risposta contro la tubercolosi per salvare vite e alleviare sofferenze, partendo proprio dal forte impegno sottoscritto nel 2018 dai capi di stato in occasione del Meeting di Alto Livello delle Nazioni Unite sulla tubercolosi.
Traducendo liberamente in italiano estratti dal Riepilogo Generale (Executive Summary- Global tuberculosis report 2019) relativo al Global TB Report 2019 della WHO si ottiene quanto segue.
[…]
Ultimi dati in merito alla diffusione epidemiologica della TB
A livello mondiale, si stima che 10,0 milioni persone (con un range di 9,0-11,1 milioni)[11] si siano ammalate di tubercolosi nel 2018, un numero che si è mantenuto sostanzialmente stabile negli ultimi anni. Il peso della malattia varia enormemente tra i vari paesi, da meno di 5 a più 500 nuovi casi per 100.000 abitanti all’anno, con una media mondiale pari a 130 nuovi casi. Nel 2018 si sono verificate 1,2 milioni di morti (in un range di 1,1-1,3 milioni) tra le persone non affette da HIV (una riduzione del 27% rispetto alle 1,7 milioni di vittime del 2000) e 251.000 decessi [12] tra coloro che erano HIV-positivi (una riduzione del 60% rispetto alle 620.000 vittime nel 2000).La tubercolosi colpisce persone di entrambi i sessi e di tutte le età; nel 2018 si è avuta una percentuale maggiore di casi tra uomini (dai 15 anni in su di età) pari al 57% del totale. Le donne colpite hanno costituito il 32% del totale e i bambini (al di sotto dei 15 anni di età) l’11%. Tra tutti i casi di tubercolosi, l’8,6% ha colpito soggetti affetti da HIV. A livello geografico la maggior parte dei casi di tubercolosi si sono verificati nelle regioni della OMS del Sud-Est Asiatico (44%), dell’Africa (24%) e del Pacifico Occidentale (18%) con percentuali minori nel Mediterraneo Orientale (8%), nelle Americhe (3%) e in Europa (3%). I 2/3 dei casi globali si sono verificati in 8 paesi: India (27%), Cina (9%), Indonesia (8%), Filippine (6%), Pakistan (6%), Nigeria (4%), Bangladesh (4%) e Sud Africa (3%). Queste nazioni assieme ad altre 22 costituiscono l’elenco della OMS dei 30 paesi a più alta presenza di tubercolosi con l’87% dei casi mondiali.[13] La tubercolosi farmaco-resistente continua a costituire una minaccia per la salute pubblica. Nel 2018 si sono avuti circa mezzo milione di nuovi casi [14] di malattia rifampicino-resistente (il 78% dei quali presentava anche una multifarmaco-resistenza). [15] I 3 paesi che hanno presentato la maggiore quantità di questi casi sono stati l’India (27%), la Cina (14%) e la Federazione Russa (9%). Nel mondo, il 3,4% dei nuovi casi di tubercolosi e il 18% dei casi già precedentemente trattati farmacologicamente presentano una malattia multifarmaco-resistente o rifampicino-resistente (MDR/ RR-TB) con una proporzione maggiore (superiore al 50% per questa tipologia di casi) in paesi dell’ex-Unione Sovietica.
Avanzamento verso gli obietti stabiliti della End TB Strategy per il 2020
Al momento, molte delle regioni della OMS e molti paesi ad elevata endemia tubercolare non sono ancora sulla strada per raggiungere gli obiettivi stabiliti per il 2020 della End TB Strategy. A livello globale il decremento medio del tasso di incidenza tubercolare è stato dell’1,6% all’anno nel periodo 2000-2018 (del 2,0% tra il 2017 e il 2018). Il decremento cumulativo tra il 2015 e il 2018 è stato solo del 6,3%, notevolmente inferiore rispetto all’obiettivo posto dalla End TB Strategy di una riduzione pari al 20% tra il 2015 e il 2018. Nel mondo la riduzione delle morti complessive da tubercolosi [16] tra il 2015 e il 2018 è stata dell’11% anch’essa pari a meno di 1/3 rispetto all’obiettivo della End TB Strategy di una riduzione del 35% delle vittime totali entro il 2020. Le buone notizie sono che la Regione Europea della OMS è in procinto di raggiungere gli obiettivi in termini di riduzione dei contagi e delle morti, tra il 2015 e il 2018 il tasso di incidenza è diminuito del 15% e quello delle vittime del 24%. Entrambi gli indici sono diminuiti anche nella Regione Africana (rispettivamente del 4,1% e del 5,6% all’anno) con una riduzione cumulativa del 12% per l’incidenza tubercolare e del 16% per le morti tra il 2015 e il 2018. Sulla strada di raggiungere gli obiettivi per il 2020 ci sono anche 7 paesi ad elevata endemia della malattia: Kenya, Lesotho, Myanmar, Federazione Russa, Sud Africa, la Repubblica Unita della Tanzania e lo Zimbabwe. Dal 2016 al 2019, 14 paesi (compresi 7 paesi ad elevata endemia tubercolare) hanno completato un’indagine condotta a partire dalle strutture e servizi presenti a livello nazionale per quantificare i costi sostenuti dai malati e dai loro familiari. Le stime percentuali di coloro che hanno dovuto fronteggiare spese ritenute catastrofiche sono andate dal 27% all’83% per tutte le forme di tubercolosi e dal 67% al 100% per le forme di malattia multifarmaco-resistenti. I risultati di queste indagini suggeriscono approcci di finanziamento, di distribuzione delle prestazioni sanitarie e di protezione sociale volti a ridurre questi costi. Sono 37 le ulteriori indagini in corso di svolgimento o in pianificazione per il 2019-2020. […]
Conclusioni
I leader di tutti gli stati membri delle Nazioni Unite si sono impegnati a “porre fine alla epidemia mondiale della tubercolosi” entro il 2030 sulla base di traguardi e obiettivi concreti. Dei passi avanti sono stati fatti: gli indicatori globali di riduzione dei casi e delle morti tubercolari, un maggiore accesso alla prevenzione e al trattamento della malattia e un maggiore supporto finanziario stanno andando nella giusta direzione. Una regione della OMS e 7 paesi ad elevata endemia sono sulla strada del raggiungimento degli obiettivi per il 2020 in termini di riduzione di casi e di morti per tubercolosi. Tuttavia, la progressione a livello mondiale e in molte regioni e nazioni non è ancora abbastanza rapida. Nei prossimi 3 anni il finanziamento annuale per la prevenzione e i trattamento della malattia e per la ricerca devono essere pressappoco duplicati, l’accesso alla cura e a trattamenti preventivi devono essere incrementati, le considerevoli spese sostenute dai pazienti e dai loro familiari devono essere ridotte e deve essere intensificata l’azione di tipo multi-settoriale sui principali determinanti dell’epidemia tubercolare. Il rapporto, elaborato in collaborazione con la OMS, che verrà presentato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite all’Assemblea Generale nel 2020 costituirà la prossima occasione per verificare l’avanzamento verso i traguardi e gli obiettivi condivisi per sconfiggere la tubercolosi.
[“Translated into Italian by Lucio Fellone (lucio.fellone@gmail.com) for Updating Medicina del Lavoro from WHO – Tuberculosis (TB) – Executive Summary – Global tuberculosis report 2019. WHO is not responsible for the content or accuracy of this translation. In the event of any inconsistency between the English and the insert language translation, the original English version shall be the binding and authentic version.”]
Bibliografia e note:
WHO Director-General’s opening remarks at the media briefing on COVID-19 – 11 March 2020. WHO official website (visited 03/23/2020)
Situation report – 63 Coronavirus disease 2019 (COVID-19) – 23 March 2020. WHO official website (visited 03/23/2020)
Infection prevention and control during health care when novel coronavirus (nCoV) infection is suspected – Interim guidance 19 March 2020. WHO official website (visited 03/23/2020)
Prevenzione e controllo delle infezioni nelle attività di assistenza sanitaria verso pazienti con sospetta infezione da nuovo coronavirus (nCoV) – guida provvisoria al 25 gennaio 2020. Updating medicina del lavoro 2020.
CORONAVIRUS DISEASE (COVID-19) OUTBREAK: RIGHTS, ROLES AND RESPONSIBILITIES OF HEALTH WORKERS, INCLUDING KEY CONSIDERATIONS FOR OCCUPATIONAL SAFETY AND HEALTH, 14 febbraio 2020.WHO official website (visited 03/23/2020).
FOCOLAIO EPIDEMICO DI MALATTIA DA CORONAVIRUS (COVID-19): diritti, compiti e responsabilità degli operatori sanitari con incluse considerazioni essenziali per la salute e la sicurezza occupazionale. Updating medicina del lavoro 2020.
Advice on the use of masks in the community, during home care and in healthcare settings in the context of the novel coronavirus (COVID-19) outbreak – 19 March 2020. WHO official website (visited 03/23/2020).
Covid-19 – Raccomandazioni per gli operatori sanitari. Ministero della Salute italiano (visited 03/23/2020).
SARS-CoV-2: Rapporti tecnici IPC. EpiCentro – L’epidemiologia per la sanità pubblica – Istituto Superiore di Sanità (visited 03/23/2020).
Sorveglianza Integrata COVID-19 in Italia (Ordinanza n. 640 del 27/02/2020). AGGIORNAMENTO 23 marzo 2020. EpiCentro – L’epidemiologia per la sanità pubblica – Istituto Superiore di Sanità (visited 03/23/2020).
Per “range” si intende il 95% di intervallo di incertezza.
Quando una persona HIV-positiva muore per infezione tubercolare, la codifica della causa del decesso viene assegnata all’HIV secondo il Sistema Internazionale di Classificazione delle Malattie.
Gli altri 22 paesi sono: Angola, Brasile, Cambogia, Repubblica Centro Africana, Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Popolo di Corea, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Kenya, Lesotho, Liberia, Mozambico, Myanmar, Namibia, Papua Nuova Guinea, Federazione Russa, Sierra Leone, Thailandia, Repubblica Unita di Tanzania, Vietnam, Zambia e Zimbabwe.
Il 95% di intervallo di incertezza è compreso tra 420.000–560.000.
Definita come resistenza alla rifampicina e all’isoniazide.
Includendo le morti per tubercolosi sia tra gli HIV-negativi che tra gli HIV-positivi.
—
Dati tratti dal sito web della WHO del 2018 mostrano che in Italia la mortalità per tubercolosi (tra i non affetti da HIV) è stata di 0,56 (0,55–0,57) ogni 100.000 persone; l’incidenza generale della TB nella popolazione è stata di 7 (6-8,1) casi per 100.000 abitanti. Tali riscontri sono in lieve incremento rispetto al 2017. Questi ed ulteriori dati sono disponibili nella banca dati alla pagina: Tuberculosis country profiles.
WORLD TB DAY 2019: UNITE TO END TB – Join the 2020 Campaign!
Lucio Fellone (lucio.fellone@gmail.com)
I nostri link alle precedenti: Giornate Mondiali della Tubercolosi.
Aggiornato al 24/03/2020













